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    COVID-19: evidenze e raccomandazioni in cani e gatti

    Ad oggi, non vi è nulla che indichi che cani e gatti possano sviluppare la malattia COVID-19 o diffondere il virus che la causa (SARS-CoV-2).

    Anche se l'epidemia del COVID-19 che sta flagellando l’intero pianeta sembra essere di origine animale, la sua attuale diffusione è il risultato della trasmissione tra esseri umani e, come osservato dall’OMS e dall'OIE, gli animali da compagnia non hanno alcun ruolo epidemiologico nella malattia.

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    Cani e gatti possono essere infettati da altri coronavirus che causano un quadro prevalentemente enterico, che non hanno un potenziale zoonotico e che sono geneticamente diversi dal nuovo coronavirus respiratorio, chiamato SARS-CoV-2. Quest'ultimo appartiene al genere dei betacoronavirus, mentre i coronavirus che interessano la specie felina e i cani sono entrambi alfacoronavirus.

    Gli esperti fanno però notare che cani e gatti, se vivono con una persona infetta che espelle il virus, potrebbero essere portatori passivi di particelle virali (per esempio,  su cute o tartufo).

    Segnalazione di un cane con risultati debolmente positivi di COVID-19 a Hong Kong

    L'ipotesi di una possibile contaminazione ambientale è stato un caso riportato a Hong Kong di un paziente canino con un risultato debolmente positivo di COVID-19 alla fine del mese di febbraio 2020. Si tratta di un volpino di Pomerania anziano la cui proprietaria ha contratto il coronavirus e che è stato messo in quarantena a titolo precauzionale, senza però aver mai mostrato segni clinici rilevanti. È stato sottoposto a test più volte durante la quarantena e i campioni nasali e orali hanno mostrato risultati "debolmente positivi", con la presenza di una piccola quantità di RNA virale nei primi test eseguiti; ciò significa che, come dichiarato dalla WSAVA nel suo documento, il risultato è indicativo di un possibile caso con bassi livelli di infezione. Trattandosi di un’unica segnalazione, l'OMS e l'OIE ribadiscono che non vi è alcuna prova che gli animali domestici siano fonte di infezione del COVID-19 per l'uomo o per altri animali e che non sono in alcun modo coinvolti nella sua trasmissione.

    La WSAVA avverte anche che non si dovrebbero vaccinare i cani contro il coronavirus canino nel tentativo di offrire una protezione incrociata contro la SARS-CoV-2, in quanto non vi è assolutamente alcuna prova che lo faccia e, soprattutto, perché i nostri animali domestici non hanno alcun ruolo epidemiologico nella malattia.

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    Raccomandazioni ai proprietari di animali domestici

    In considerazione della crescente preoccupazione per l'attuale pandemia, l'Organización Colegial Veterinaria (OCV) in Spagna e le varie associazioni veterinarie stanno diffondendo raccomandazioni per i proprietari di animali domestici.

    I proprietari che non presentano sintomi possono portare l'animale a fare una passeggiata nel rispetto delle misure preventive, come indicato dalle autorità. Le misure igieniche generali da adottare consistono nel lavarsi le mani e nel non toccarsi occhi, naso e bocca dopo il contatto con l'animale.

    In caso di infezione, si raccomanda di affidare le cure dell'animale domestico a un'altra persona, evitando di lasciare in giro gli utensili abituali o disinfettandoli prima dell’uso (ciotola per il cibo e l’acqua, guinzaglio, ecc.).

    Se il proprietario infetto da COVID-19 non riesce a trovare un custode temporaneo, deve praticare un'igiene estrema delle mani, indossare una mascherina in presenza dell'animale - senza metterla anche a quest'ultimo - ed evitare il contatto fisico. In queste circostanze, e al fine di rispettare le misure sanitarie volte ad evitare la diffusione del virus, un'altra persona dovrebbe occuparsi di portare fuori l'animale e di pulirlo al rientro a casa.

    Raccomandazioni ai centri veterinari

    Gli ordini dei veterinari hanno inoltre rilasciato una serie di consigli ai centri veterinari.

    Le linee guida da seguire prevedono l'applicazione di misure igieniche più rigorose in clinica e fuori dal luogo di lavoro, l'utilizzo di gel disinfettante prima e dopo ogni visita, la limitazione dell'accompagnamento in clinica a una sola persona per animale e l’agevolare i consulti telefonici o le visite su appuntamento per limitare il numero di persone in sala d'attesa.

    Tali linee guida prevedono inoltre che, se un animale domestico ha avuto contatti con una persona che presentava sintomi, il proprietario deve informare il veterinario prima di portarlo in clinica, in modo che quest'ultimo possa indicargli come procedere.

    Nota: poiché la situazione è in rapida evoluzione, si consiglia di controllare gli ultimi aggiornamenti disponibili.

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    Bibliografia
    https://www.who.int/news-room/q-a-detail/q-a-coronaviruses
    https://wsava.org/news/highlighted-news/the-new-coronavirus-and-companion-animals-advice-for-wsava-members/
    https://www.oie.int/wahis_2/public/wahid.php/Reviewreport/Review?page_refer=MapFullEventReport&reportid=33546