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    Ipopigmentazione o vitiligine. Cos’è questo disturbo?

    L’ipopigmentazione è dovuta alla distruzione dei melanociti o ad una disfunzione o distribuzione anomala dei melanosomi.

    Ipopigmentazione, di cosa si tratta?

    La vitiligine è di eziologia sconosciuta e di decorso asintomatico. È caratterizzata dalla totale assenza di melanociti, con una normalità a livello del derma e dell’epidermide. Tra le varie origini ipotizzate troviamo l’eziologia autoimmune, quella tossica e quella nervosa, causata da un virus.

    • Diagnosi differenziale: è importante differenziare la vitiligine da altre patologie in cui vi è una depigmentazione stagionale del tartufo e una riduzione (ma non la totale assenza) dei melanociti che porta a depigmentazioni e repigmentazioni stagionali.

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    Le cause più comuni della vitiligine

    Cause ereditarie

    • Albinismo: totale assenza di pigmento.
    • Piebaldismo: spazi limitati con assenza di melanociti.
    • Sindrome di Waardenburg-Klein: gli animali colpiti presentano zone della pelle e della pelliccia con assenza di melanociti, occhi azzurri o eterocromatici in associazione a sordità. Descritto in gatti, Bull terrier, Sealyham terrier, Collie e Dalmata.
    • Ematopoiesi ciclica canina: è una malattia letale di tipo autosomico recessivo. I Collie presentano pelliccia grigia, naso chiaro ed episodi ciclici di neutropenia ogni 12-14 giorni che causano sepsi e amiloidosi.
    • Sindrome di Chediak-Higashi: rara malattia di tipo autosomico recessivo nei gatti persiani. È caratterizzata da un parziale albinismo degli occhi e della pelle associato a una funzione anomala di granulociti e piastrine che provoca sanguinamento, infezioni ricorrenti e decesso nei primi mesi di vita.
    • Graying: riduzione della replicazione dei melanociti in funzione dell’età.
    • Vitiligine: macchie bianche su naso, orecchie, mucosa orale e pelle del viso. È causata da anticorpi anti-melanociti ed è maggiormente comune nei gatti siamesi, nel Tervueren belga, nel Pastore tedesco, nel Collie, nel Rottweiler, nel Dobermann pinscher e nello Schnauzer gigante.
    • Ipopigmentazione nasale: schiarimento stagionale del setto nasale nei mesi invernali, più frequente in Siberian Husky, Golden Retriever, Labrador e Bovaro bernese.

    Cause acquisite

    • Post-infiammatoria: la causa più frequente in questo sottogruppo è il lupus eritematoso discoide, che causa la depigmentazione nasale, oltre a pemfigo, lupus eritematoso sistemico, sindrome uveodermatologica, pemfigo bolloso, piodermite mucocutanea, eruzione tossica e dermatite da contatto. Le cause infettive includono leishmaniosi, blastomicosi, sporotricosi e follicolite batterica.
    • Tossica: causata da farmaci quali ketoconazolo, procainamide e vitamina E.
    • Nutrizionale/metabolica: carenza di zinco, piridossina, acido pantotenico e lisina. Fanno sì che la pelliccia assuma un colore grigiastro. I peli scuri possono diventare rossastri in caso di carenza di rame, ipotiroidismo, iperadrenocorticismo, iperestrogenia e iperprogesteronemia, esposizione al cloro e alla luce ultravioletta.
    • Neoplastica: depigmentazione nasale, leucodermia e talvolta linfoma cutaneo a cellule T, tumori a cellule basali, adenocarcinoma mammario e carcinomi gastrici.
    • Idiopatica: ipopigmentazione irregolare descritta in razze quali Labrador Retriever e Terranova. Anche i gatti siamesi possono presentare leucotrichia perioculare in associazione a infezioni delle vie respiratorie superiori, gravidanza, carenze nutrizionali o malattie sistemiche.

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    Esiste una cura?

    L’ ipopigmentazione è una problematica puramente estetica che non costituisce una minaccia per l’animale e per la quale non esiste una cura specifica, anche se sono stati descritti casi di repigmentazione spontanea.

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